Descrizione
di Paolo Toso
Il giudice civile Ferraris e l’ufficiale giudiziario Indelicato operano entrambi nella cittadella giudiziaria di Torino, ma hanno ruoli così distanti che non si sono mai parlati.
Il primo ha quasi smarrito la capacità di osservare la realtà circostante, che pure deve giudicare; il secondo, ultimo anello della “catena giudiziaria”, costretto ad occuparsi di sfratti e pignoramenti quando sognava di vivere d’arte, si è abituato alle porte chiuse in faccia ed ai silenzi dei citofoni.
Quando al magistrato viene assegnato per la prima volta un processo penale, per un grave caso di malasanità, è proprio l‘ufficiale giudiziario a dover fare da testimone: la vittima è una donna sfrattata, l’unica che lo abbia fatto entrare in casa.
Il giudice, che ha sempre diffidato della prova testimoniale, per credere solo ai documenti, finisce per lasciarsi sopraffare dalla curiosità per quell’uomo, che in aula cita i poeti. Tra un’udienza e l’altra insegue e scopre il suo passato, l’amore per la poesia dialettale e l’amicizia, nata tra i canali della laguna di Grado, con il poeta Biagio Marin e poi con Pierpaolo Pasolini, durante le riprese di Medea. Quella curiosità lo spingerà sino a violare una delle regole fondamentali del processo, ed a mettere in pericolo la sua vita, come per “accorciare l’equidistanza”. Dovrà poi decidere la causa, secondo le leggi o secondo il cuore.
pag. 192
€ 14,00
ISBN 978-88-98771-36-3
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